TERRA E FINANZA: CIBO PER MOLTI O GUADAGNO PER POCHI?
Martedi’ 15 settembre 2015, ore 21, presso la sala “Cremonesi” piazzetta Terni de’ Gregory n.5 – Crema
, i gruppi Gas sul Serio, G.i.t. Provinciale dei Soci della Banca Popolare Etica, Legambiente Alto Cremasco organizzano un pubblico dibattito a scala globale-locale dal titolo: Terra e finanza: cibo per molti o guadagni per pochi?
Intervengono:
Riccardo Milano, docente e giornalista, socio fondatore di Banca Popolare etica e Francesco Torrisi , tra i promotori di “Salviamo il paesaggio – Forum it. dei movimenti per la terra e il paesaggio” e referente cittadino di Legambiente Alto Cremasco.
L’iniziativa è in collaborazione con
l’Assessorato alla cultura del comune di Crema.
Ha dato la sua adesione all’evento La Cooperativa Sociale La Siembra di Crema.
L’intenzione dei promotori è quella di contribuire a richiamare alcune situazioni generali che incombono sull’accesso al cibo nel mondo, curando di sottolineare come essi vengano in molti casi esasperati dall’ingresso pesante della finanza e della speculazione.
Nel globale come nel locale verranno analizzati alcuni esempi significativi e descritti alcuni meccanismi attraverso cui questi fenomeni si dispiegano.
Nel 2007-08 le speculazioni finanziarie su grano, mais e riso hanno provocato improvvise impennate dei prezzi di questi beni, con gravi conseguenze nei Paesi più poveri; si è calcolato che l’effetto è stato di 100 milioni di persone denutrite in più. Questa volatilità dei prezzi delle materie prime è ormai un fenomeno ciclico.
Il punto di vista della finanza etica è che il libero mercato va bene, l’interpretazione liberista o neoliberista no, soprattutto quando essa conduce a un mercato finanziario in cui all’assenza di regole, si accoppia l’assenza di trasparenza. E’ chiaro che tutto diviene possibile che vale solamente la legge del più forte.
La rivista Valori (fa capo al gruppo della Banca Etica) del mese di dic-gen 14 sintetizzava: “Troppo cibo in in poche mani”. E’ uno dei frutti della globalizzazione. Un solo esempio: un recente rapporto “Agropoli” calcolava che abbiamo il 75% di acquistare cereali o soia da uno dei 4 giganti del settore (Cargill, Archer Daniels Midland, Bunge, Dreyfus). In pratica si osservava che i grandi gruppi dell’agroalimentare realizzano fatturati stratosferici, ovvio che la finanza non stia a guardare ed entri a piedi uniti.
La compravendita a ritmi ossessivi e in quantità spropositate di certi contratti finanziari (i famosi futures), in vista esclusivamente di un profitto immediato, incide pesantemente sulla formazione dei prezzi, ignorando i fondamentali elementi economici in gioco della domanda e dell’offerta di un certo bene, oppure se esso sia o no di qualità. Purtroppo dal 2007, in fondo nulla è veramente cambiato, in termini di regole, controlli: abbiamo visto mettere i limiti di velocità per i pedoni, non per le automobili!, è stato osservato.
Pochi argomenti, come quello del cibo, richiamano l’urgenza di non di chiacchierare di finanza etica, ma di passare massicciamente e rapidamente agli strumenti alternativi e correttivi. Ci sono e funzionano, perché aspettare?
Come cittadini dobbiamo imparare a stare insieme, a sommare le forze, ad aiutarci ad essere coerenti, propositivi e soprattutto non rasseganti. Se un gruppo, un’associazione “cerca” Banca Etica, non porta acqua ad altri, ma semplicemente fa in modo che i suoi soldi “di notte” lavorino per quel mondo che esso sogna di giorno.
La finanza non deve più essere il problema, ma tornare ad offrire soluzioni ai nostri problemi.
Un incoraggiamento può venire anche dalle prese di posizione di Papa Bergoglio:
“Quando la speculazione finanziaria condiziona il prezzo degli alimenti trattandoli come una merce qualsiasi, milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dall’altra parte si scartano tonnellate di alimenti. Ciò costituisce un vero scandalo. La fame è criminale, l’alimentazione è un diritto inalienabile.”, per giungere a chiedere:“Tutti i popoli della terra, tutti gli uomini e le donne di buona volontà, tutti dobbiamo alzare la voce in difesa di questi due preziosi doni: la pace e la natura.” … e passare ai fatti.
Durante la serata con insistenza si tornerà
sugli strumenti che nel mondo e nel Cremasco già esistono, per non restare spettatori passivi. Dalla finanza etica alla valorizzazione dell’agricoltura locale, dalla vigilanza sulle politiche di sviluppo dei territori agli acquisti insieme di prodotti amichevoli verso l’ambiente e la salute dei consumatori, fino al sostegno al commercio equo e solidale, le possibilità non mancano: meno scontata è la determinazione a servirsi di questi strumenti. E’ tempo di saldare tra loro le tante esperienze, superare i personalismi, fare massa critica e diventare incisivi.
Allego volantino per diffusione: