Com BEtica sulla cessione delle quote da parte del comune di CREMA

Il 28 settembre u.s., i consigli comunali di Crema e di Cremona hanno ritenuto un

atto dovuto in base alla legge Madia deliberare la vendita delle azioni di Banca

Etica. Sappiamo invece che ad esempio a Brescia e a Cuneo la stessa normativa è

stata diversamente applicata.

Naturalmente ci saranno – siamo certi – spazi per proseguire in altre forme un

dialogo fin qui positivo con le rispettive amministrazioni, resta però il venire meno di

qualcosa.

Vorremmo solamente qui puntualizzare il dato culturale calato sotto la linea

dell’orizzonte delle due città e che spesso come soci di Banca Etica abbiamo

sottolineato. Che un ente locale detenga una partecipazione, spesso simbolica, in

Banca Etica, significa rivendicare – e ce n’è bisogno – il profilo pubblico

dell’attività creditizia e del risparmio, in linea con l’articolo 47 della Costituzione.

Nel trattare i beni della terra, dell’acqua e dell’aria, ma anche del paesaggio e

monumentali in genere, è evidente che non si possa soccombere alla logica del

profitto privato. Ciò è sempre più vero anche in materia di credito, considerando il

suo cruciale ed enorme impatto sulla vita delle popolazioni di tutto il mondo.

Noi pensiamo che sia connesso con le finalità istituzionali dell’ente locale sostenere

la finanza etica. Non a caso la modifica al T.U. bancario del 7.12.16 (che introduce

i requisiti che una banca deve avere per essere definita etica) ha proprio

riconosciuto ad essa una specificità e un preciso valore, che sta in quel tutelare il

bene comune nel settore del credito. Non è questa una visione delle cose

maggioritaria, ma per questo è particolarmente preziosa.

Ecco quindi che sperimentare finanza etica è ugualmente necessario come, ad

esempio, aderire ad Avviso Pubblico. Sono queste le sfide urgenti per mantenere

tonica la rete delle relazioni sociali. Ogni strumento messo in campo è nello stesso

tempo esempio e stimolo di riflessione e comportamento. Nel primo caso si

temperano le derive dirompenti dell’attuale modello finanziario come le diffuse

avidità, nel secondo caso si alzano le difese verso la criminalità organizzata, il

malaffare, la cultura del favore.

Banca Etica si pone come cassaforte di capitali pazienti, capitali su progetti concreti

che essa finanzia; essa stessa si offre come buon “investimento” (art. 5 del suo

statuto), in quanto banca che fa cultura, reale difesa del risparmio dei cittadini,

vera educazione finanziaria dal basso, nel quotidiano, interrogandosi e

interrogando sugli effetti, anche non economici, delle azioni economiche, per

cambiare in meglio l’ordine delle cose.

G.I.T. soci della Banca Etica della provincia di Cremona

 

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